Diario
18 ottobre 2009
Annuncio per i nostri fessi e i 2,5 lettori che ci seguono
 Cari Fessi, Cari Lettori,
Come avrete notato da tempo, è sempre più difficile collegarsi al server del Cannocchiale, divenuto ormai appannaggio di pochi blog raccomandati, a danno di quelli gestiti da comuni mortali, come il nostro. Per questo abbiamo deciso di aprire un nuovo blog, sul quale pubblicheremo in contemporanea i contenuti di questo.
Il link è il seguente:
http://topgonzo.wordpress.com
Vi aspettiamo.
La Redazione

| inviato da topgonzo il 18/10/2009 alle 23:3 | |
18 ottobre 2009
Comunicazione interna
Cari colleghi, sul nuovo desertico blog del sig. Train, in calce alla solita schittata sull’origine del nome jazztrain (si arricchisce ogni volta di particolari epici, ma la sostanza è quella. Ognuno ha una cosa memorabile nella sua vita) c’è il seguente commento, ad opera di una fantomatica signora che sostiene di conoscerci:
- trapunzel Dice:
Ottobre 17, 2009 alle 10:53 pm | Replica
Parlaci del perchè sei divenuto oggetto di offese da parte di quei vecchi farabutti e pedofili di Topgonzo. E perchè tu non li abbia denunciati. Comunque il consiglio di ignorarli è il migliore, l’unico. Sai, adesso si sono trasferiti, e vengono a rompere le palle anche que questa piattaforma seria. li faremo chiudere, vedrai. tua trapunzel
Facendo passare il doppio dei canonici 10 minuti, così risponde il sig. Train:
Ne parlerò al momento opportuno, se vuoi contattarmi ti spiegherò tutto, ma non qui, scrivi su jazztrain69@tiscali.it. Hanno deciso di trasferirsi su word press? Ben gli sta a quelli del Cannocchiale che non hanno mai voluto prendere una seria iniziativa contro questi mascalzoni. Se questi hanno potuto fare quello che hanno voluto infastidendo, minacciando, insolentendo la colpa è soprattutto di quella piattaforma che li ha tollerati e nutriti.
Ora, cari colleghi, i casi sono due: il primo è che esista veramente una signora Trapunzel, che si permette di varcare i limiti del codice penale diffamandoci. Il secondo è che sia, come al solito, lo stesso sig. Train che si dà la botta e la risposta. Ma anche in questo caso sarebbero stati varcati i limiti del codice penale. Taccio delle tonnellate di ingiurie che abbiamo archiviato, incluse quelle, numerose, a carattere politico o omofobo, per le quali avevamo già iniziato un’azione.
Bene, colleghi. Non so voi, ma è mia intenzione andare fino in fondo. Ormai non esiste più alcuna possibilità di cancellare la traccia lasciata su internet da questa persona spregevole, di chiunque si tratti . Gradirei sapere se , essendo anche voi accomunati nell’insulto di “vecchi farabutti e pedofili”, intendete procedere insieme a me.
Erasmo
| inviato da topgonzo il 18/10/2009 alle 14:10 | |
18 ottobre 2009
Dalla nostra galleria d'arte
 Anonimo della zona etnea, secolo I a.c.? Il sig. Train mentre contempla Galatea Graffito rupestre con vandalismi (in basso a destra, tal Daniele)
| inviato da topgonzo il 18/10/2009 alle 8:0 | |
17 ottobre 2009
Fascisti multietnici.
Uno crede di aver visto il peggio, ma sbaglia. Uno dice: peggio dei comunisti ripitturati da liberali, niente. E si sbaglia, perché poi incontra il fascista ripitturato da multietnico. Prendi questo Urso. Di nome? Adolfo. Nato nel? 1957. Ma come? Adolfo, nel 1957? Sì. Sono le belle famiglie italiane, che poi lasciano un segno nel rampollo, visto che quando ha voluto fare politica si è iscritto…indovinate? al Fronte della Gioventù? Indovinato.
Bene. Adesso non è più il fascista Adolfo Urso, ma il finiano Adolfo Urso. “Finiano”? sì, è un neologismo. E che vuol dire? Non si sa. Cioè, uno capisce, per esempio, “hitleriano”. Nel senso che uno sente dire “hitleriano”, e vengono in mente cose. Non belle, ma cose. Idem per “mussoliniano”, “staraciano”e, ci vogliamo rovinare, “almirantiano”. Sono “iani” con un significato. Ci va bene pure “staliniano”, “craxiano”, “andreottiano”, financo “berlingueriano”,e persino “berlusconiano”. Ma, se accettiamo “finiano”, vuol dire che gli diamo solo il significato di “amico di Fini” oppure: “raccomandato da Fini”. Se così è, dobbiamo raddoppiare il vocabolario italiano. Avremo melandriano, fioroniano, bindiano, bondiano, giù giù fino (e non biasimiamo chi ci desse dei catastrofisti) a capezzoniano.
Ma torniamo a Adolf il Finiano. Dice che bisogna istituire l’ora di religione islamica. “Per evitare di lasciare i piccoli musulmani nei ghetti delle madrasse e delle scuole islamiche integraliste”. A parte il fatto, sig. Adolf, che questa dizione “piccoli musulmani” ci pare francamente ripugnante, anzi è la cosa più razzista che abbiamo letto o ascoltato negli ultimi 20 anni; a parte l’altro fatto, che mentre i cittadini italiani muniti di coscienza laica, o coscienza tout court, continuano a domandarsi perché ci debba essere un’ora di religione cattolica, lei vorrebbe aggiungerne una musulmana. A parte tutto questo, le vorremmo domandare, sig. Adolf: lei che è sottosegretario, ha notizia di madrasse operative sul territorio italiano? Perché se così è, lei dovrebbe grattare fuori il fascista che è in lei, e sollecitare le opportune misure repressive.
Si tratta, ovviamente, di domanda retorica. Adolf il Finiano non risponderà, anche perché chi dovrebbe porgli la domanda non gliela porrà. A noi resta comunque stampata nella memoria quella scritta, che leggevamo sui muri negli anni ’70, e che allora trovavamo intollerante, ma piano piano abbiamo rivalutato: I fascisti non devono parlare.
| inviato da topgonzo il 17/10/2009 alle 9:48 | |
16 ottobre 2009
QUANDO IL SIG. TRAIN
perde la pazienza, non resta che toccarsi i coglioni. 14 Ottobre 2009 a 4:13 pm red. cac. Beh, se Lei, sig. frap, mi fa le pulci in questo modo, d’accordo, mi dichiaro vinto, ma continuerò a citare il sig. Train, che tra l’altro è autore di pregevoli aforismi che forse Lei e la sig.na Galatea non vi siete mai dati la pena di leggere. Male, malissimo. Comunque, errata corrigo: “A meno che Lei, sig.ra Galatea, non invii un poster che La ritragga in bikini, con dedica e in forma personale a sig.Train@ticali.it, e il summenzionato ne postI – gravissimo il precedente indicativo, peggio di una di quelle voci dette dal sen fuggite del sig. Train; in tal caso giuro che…” Ma Lei, sig.ra Galatea, non può dire “non ne vale la pena” quando trattasi di una resurrezion della carne del sig. Train dovuta a soggetto non farlocco. Per l’evento, si giubilerebbe all’Asinara. p.s. chi sarebbe la "umile" profe di italiano? Io di umile conosco solo... è ovvio, il sig. Train! 14 Ottobre 2009 a 5:04 pm ilmondodigalatea ... 14 Ottobre 2009 a 5:53 pm frap1964 @red. cac.
Un certo Corogna Fabrizio mi informa che una tal Galatea sarebbe stata furtivamente ritratta in bikini su uno scoglio non meglio identificato delle isole pontine, nel corso dell’ultima estate. Relata refero, come direbbe Lei. 14 Ottobre 2009 a 6:17 pm ilmondodigalatea ... 14 Ottobre 2009 a 9:24 pm jazztrain1 Galatea, come lo sopporti questo imbecille di red.cac.? 16 Ottobre 2009 a 2:35 pm red. cac. Sig. Train, come Noi della redazione non solo abbiamo sopportato, ma riqualificato e valorizzato un idiota come Lei? Magari Galatea riuscisse a fare lo stesso con noi! 16 Ottobre 2009 a 2:44 pm jazztrain1 Lei è un totale imbecille. Nessuno l’ha cercata, nessuno ha voluto discutere con lei, nessuno vuole aver a che fare con lei. Lei è solo un megalomane malato, un insopportabile e inutile saccente, un vecchio porco assatanato. Lei morirà solo, povero, pazzo e disprezzato da tutti. 16 Ottobre 2009 a 8:28 pm red. cac. Ma che dice, sig. Train? Non è Lei che si era procurato il mio numero di telefono, e che mi ha costretto a sbraitare più volte, perché la smettesse? Non è Lei che è arrivato al punto di farsi beccare il numero di cellulare, tanto che, quando in un caldo pomeriggio di agosto volle rompere i coglioni per l’ennesima volta, si sentì rispondere da una di quelle che crede ch’io chiami badanti con disprezzo – anche questo, da fesso impareggiabile – mentre s’era intenti a qualcosa che Lei tenta di scimmiottare con le Sue fidanzate? Non è forse Lei che ha smesso di disturbarmi a casa ben 5 anni dopo il primo scambio di -si fa per dire – idee? Faccia il favore, mentecatto… e se ancora non avesse provveduto, cambi quel numero di cellulare vodafone terminante in 1. 16 Ottobre 2009 a 9:24 sig. Train
......PS. Non sono un alias di Red Cac, ma ci gioco il testicolo sinistro che Jazztrain è il suo Mr. Hyde
16 Ottobre 2009 a 11:12 pm red. cac. Eccolo, eccolo! Vede, sig.na Galatea perché il mio soggiorno dura? Se il Train non va alla redazione, ma soltanto guata, qualche redattore viene qui a scovarlo. Dice che assomiglio a Villaggio? Beh, l’importante è non assomigliare a Lei. p.s. Si è lavato le mani prima di lavorar di falangi qui in casa di Galatea? C'era qualcosa di biancastro sul tappeto, poco fa. 16 Ottobre 2009 a 11:17 pm red. cac.. “Io rappresenterei l’ignoranza, mentre tu rappresentesti lo snobismo autoreferenziale, borioso e sprezzante. e che siamo incastonati (sic!) nella realtà di una istituzione come la scuola che dovrebbe fondarsi su altri archetipi!” Così scrisse il sig. Train. Poi però, tout à coup, il sig. Train si fa incerto. Proseguire sulla strada delle maledizioni o dar prova dell'abilità, e della tenace e veramente somara pazienza con cui sa compulsare google, che ha ormai sostituito il vecchio calepino? Non si sa; ma, googla che ti googla, il sig. Train s'imbatte in un tesoro, e non esista a mettercelo sotto gli occhi, dando dimostrazione dei suoi poteri. 16 Ottobre 2009 a 11:17 pm sig. Train Al fratello scemo di Villaggio, però ho una sorpresa per lei da parte di una sua ammiratrice che è stata sua ex alunna. A PROPOSITO DI G. DA GIOVANE … F. G. da giovane ( e ancora adesso è, proporzoipnato all”età) era bellissimo, progressista, intelligente e aperto… Aveva un sorriso “epico” e appoggiato alla cattedra, inpiedi, con le vaviglie incorciate, ci ammaliava e faceva sognare (non tutte, solo qualcuna..) Le sue lezioni erano brillanti e avvincenti, e non faceva fatica ad essere amato da noi tutti. (maturità 1978, III G)
16 Ottobre 2009 a 11:17 pm red. cac. Beh, ringrazi la mia ex alunna. Veda se per caso, usando adeguatamente il mio buon nome, riesce a farsi dare il numero di telefono. IIIG? Non sapevo di avere ammiratrici anche in IIIG. Spulci, spulci.
16 Ottobre 2009 a 11.42 pm sig. Train Diplomata nel 1978, ho trovata un’altra ex alunna che dà questa definizione di lei. Ovviamente per tutela della privacy non metto né il suo nome, né il suo cognome. G. (che arebbe lei) da giovane??? Polemico! Anzi polemicissimo! E dato che invecchiando si peggiora :-)))
| inviato da topgonzo il 16/10/2009 alle 21:34 | |
16 ottobre 2009
Adeguare la Costituzione?
 Altre volte ho scritto sulla pericolosità delle religioni, almeno quelle monoteiste. Per me è un’ovvietà, che non meriterebbe neppure menzione, se non fosse che è un’ovvietà assai poco condivisa. E’ talmente poco condivisa che, addirittura, la nostra Costituzione (come altre) si preoccupa di tutelare queste credenze potenzialmente pericolose.
La libertà di religione, intesa come libertà di credere in qualcosa, è già tutelata dalle norme sulla libertà di pensiero e di parola. E’ davvero difficile da dimostrare perché credere in Dio (o un dio) dovrebbe configurare qualcosa di diverso dal credere nel libero mercato, o nella collettivizzazione dei mezzi di produzione, o – non c’è intenzione derisoria- nella Befana o Babbo Natale. Io sono, comunque, favorevole in massimo grado alla libertà di pensiero e, quasi in ugual misura, a quella di espressione.
Poi c’è un passo ulteriore, che consiste nell’organizzarsi, ossia mettersi insieme fra gente che crede nelle stesse cose, e che a queste cose dà un nome: cattolicesimo, islam, e così via. Anche qui interviene la Costituzione, con qualche limitazione e anche qualche differenza di trattamento: infatti, mentre i cattolici vedono recepito i Patti Lateranensi e successive rinegoziazioni direttamente nella Costituzione, gli altri sono dichiarati liberi di organizzarsi, purché i loro “statuti” non contrastino con l’ordinamento italiano, ossia non vadano contro la legge. Tacendo dei Patti Lateranensi e del Concordato (di cui penso ogni male) ritengo che anche in questo campo la libertà di associazione sia già tutelata altrove, nella Costituzione, e non capisco proprio che bisogno ci sia di dedicare articoli specifici alle confessioni religiose, oltretutto nei Principi Fondamentali. Dovrebbe comunque essere chiaro che organizzarsi, nel contesto, significa mettersi insieme per celebrare riti religiosi. Ignoro perché, ma nella maggior parte delle religioni i fedeli preferiscono avere un rapporto collettivo, e a volte mediato da sacerdoti, con la divinità. Fatti loro, almeno finché rimangono tali.
Purtroppo, non rimangono fatti loro. Millenni di storia dimostrano una pericolosa tendenza dei fedeli organizzati a debordare: dal proselitismo alla violenza contro i fedeli di religioni diverse, chiamati a volte infedeli, alla punizione contro chi non pratichi bene la stessa religione, chiamato a volte eretico. Più di recente, nella contrapposizione tra Chiesa e Stato e, ancora più di recente, nella petulante e insistente richiesta allo Stato di leggi favorevoli e prebende di varia natura. A seguito di questo debordare, le religioni diventano (ossia sono) pericolose e moleste.
C’è un’evoluzione storica diversa per ciascuna religione organizzata. Fino a tutta l’epoca della Controriforma, la Chiesa di Roma è stata attrice e fomentatrice di violenze, anche belliche, tese a aumentare o difendere il proprio potere. Successivamente, in modo graduale, il suo comportamento si è fatto meno ostensibilmente violento, e più teso al mantenimento delle posizioni e all’accumulo di ricchezza finanziaria. Una poderosa spinta al ridimensionamento è venuta dalla caduta del potere temporale, per il quale il mondo dovrebbe essere grato ai massoni piemontesi.
L’attuale minore aggressività della Chiesa Cattolica non può, neppure per un attimo, essere attribuita a pentimento o carità cristiana (anche perché non è stata accompagnata dalla diminuzione dell’avidità di denaro). Ma intanto c’è. L’Islam, al contrario, è ancora aggressivo come lo era la Chiesa di Roma 400 anni fa. L’atteggiamento è simile, ma la pericolosità è aumentata dalla disponibilità di mezzi di distruzione incomparabilmente superiori. Inoltre, si muove in una comunità globalizzata, che non solo non ama essere messa in pericolo dal fanatismo islamico, ma finisce, a differenza di qualche secolo fa, per mettere il naso negli stessi affari interni del mondo islamico, a caccia di diritti civili da far rispettare.
In questo contesto, mi pare chiaro che contro i fedeli organizzati dovrebbe ergersi, forte di alcune buone ragioni, una comunità dei laici organizzati. Le istanze dei laici organizzati sono, in parte, contrastate dagli stessi ordinamenti giuridici di molti paesi occidentali, come il nostro. Tali ordinamenti trattano le religioni partendo dal presupposto che siano, in realtà, una religione: quella maggioritaria in ciascun paese al tempo in cui l’ordinamento giuridico si è consolidato. Per esempio, nell’Italia dell’immediato dopoguerra, si aveva a che fare con una chiesa cattolica indubbiamente forte, pericolosa e spesso prevaricatrice, ma ormai non più in grado di usare la forza né nei confronti della nazione né –salvo eccezioni- di singoli individui. E in base a questo si sono mossi i costituenti. Perciò, restando in Italia, i laici organizzati hanno combattuto e combattono battaglie contro la Chiesa sul terreno, ad essi più congeniale, dell’invadenza clericale in tema di diritti civili. Molte battaglie sono state vinte (divorzio, aborto: ma direi che, soprattutto, è stata vinta la guerra strisciante per la laicizzazione dell’opinione pubblica, o, se si preferisce, della popolazione) altre perse, come per esempio quella dei quattrini: otto per mille, finanziamenti alle scuole cattoliche, privilegi fiscali, appalti a società che fanno parte della galassia cattolica. Ma, per fortuna, di violenza fisica (astraendo da quella sessuale) non si parla più.
Purtroppo, ciò che era tagliato su misura per la chiesa cattolica e qualche minoritaria comunità di pacifici protestanti non va bene per l’Islam. I fedeli organizzati dell’Islam non sono pacifici protestanti. Il loro diritto di organizzarsi fruisce di garanzie maturate un contesto che non ne prevedeva l’attivismo. I “laici organizzati” non lo sono per nulla nei confronti di questo fenomeno, e rischiano addirittura di non percepirne la natura, tutti rivolti, come sono, oltre Tevere.
Questi fatti che riguardano l’Islam, uniti ad altri, che riguardano la Chiesa di Roma, fanno pensare che un’abrogazione secca degli articoli 7 e 8 della Costituzione sarebbe oltremodo opportuna e urgente. Capisco che non è facile, e che non esiste una maggioranza in parlamento per ottenerlo (non ci sarebbe neanche se il centro-sinistra avesse vinto le elezioni, visto che laico è una cosa, desinistra un’altra). Non resta che muoversi nell’ambito delle leggi che ci sono, ostacolando in tutti i modi legali l’attivismo associativo di fedeli potenzialmente pericolosi. In primis, è indispensabile porre ogni ostacolo possibile alla costruzione di luoghi di culto, che facilitano l’aggregazione incontrollata di elementi pericolosi e ne favoriscono il proselitismo, proprio come le Vele di Scampia o lo Zen di Palermo. Positiva sarebbe una moratoria nella costruzione di nuove chiese di qualunque religione. Va rilevato, en passant, che l’edilizia cattolica degli ultimi 100 anni ha portato un contributo complessivamente negativo, anche dal punto di vista estetico, alle nostre città. E forse 100 anni sono pure pochi, visto quello che ha combinato il clero costruttore dalla controriforma in poi.
L’obiezione che ci sono tanti fedeli moderati che verrebbero a soffrire di divieti tagliati su misura per i delinquenti non ha, semplicemente, senso. Qui non si tratta di buttare via il bambino con l’acqua sporca, ma di buttare l’acqua sporca con l’acqua pulita. Non ci vogliono grandi conoscenze di fisica per sapere che una simile mistura ha un solo nome: acqua sporca. Erasmo
| inviato da topgonzo il 16/10/2009 alle 17:53 | |
16 ottobre 2009
Finalmente
 Sono anni che, di concerto col suo oculista, diamo buoni consigli al Sig. Train. Grazie al sig. Marcoz, abbiamo scoperto che anche da parte cattolica gli arrivano giusti ammonimenti. Ascolti e mediti, sig. Train. Prima che sia troppo tardi.
| inviato da topgonzo il 16/10/2009 alle 0:19 | |
15 ottobre 2009
FRA I SIGG. SACCONI E D'ALEMA
è certamente più fesso il sig. Sacconi, che polemizzando con un tal prof. Villari, a sentire i presenti storico di chiara fama, gli ha dato del comunista, confondendolo con il prof. Rosario Villari, altro storico di chiara fama, che in effetti è stato parlamentare del PCI. Il sig. D'Alema, liquidatorio come sempre, quando gli va bene, ha forse esagerando un po', etichettato la cappella del sig. Sacconi sotto la voce "ignoranza".
E' stato veramente efficace, D'Alema, e devo ammettere che se fossi stato presente non avrei potuto dire niente di meglio del beh adesso non farla troppo lunga, che un Villari tira l'altro. Ma insomma, la stupidità di Sacconi sta soprattutto nell'aver liquidato come comunista un tizio noiosissimo, i cui discorsi si intorcinavano su sé stessi né più né meno come quelli del sig. Topo Gonzo, senza che la cosa avesse un minimo peso nella discussione.
Qualcun altro avrebbe però potuto far osservare al sig. D'Alema - un non laureato in filosofia non proprio della stessa tempra del sig. Train - che non è il caso di sentirsi un dio ogni volta che si è circondati da fessi, anche se la cosa gli riesce quasi inevitabile fin da quando studiava, capetto figiccino che frequentava i fighetti più fighetti della città, in un liceo di Genova dove i proff., tendenzialmenrte di destra, e persino il preside, liberale che grazie a quelli come lui ebbe a lungo la fama di fascistaccio, grazie alla nomea paterna lo guardavano con diffidente cautela. Del resto di Villari professori di storia ce ne sono tanti, qualcuno pure ignorantotto, qualcuno tra i primi a firmare le leggi razziali di Mussolini. Insomma, una specie di clan: quello di ieri sera, che non sappiamo con sicurezza chi fosse (siamo entrati e usciti, su Ballarò) ha detto una serie di cazzate impressionanti in una forma incomprensibile anche alla Bindi che, non si sa se bellissima ma sicuramente non colta e neppure intelligente, aveva un gran da fare a dir di sì con gran cenni del capo, mentre l'esimio prof. diceva che oggi esiste una violenza del linguaggio che si estrinseca nella sua falsità: non come ai tempi del Machiavelli, quando il linguaggio diceva la realtà effettuale delle cose. Quell'effettuale l'ha ripetuto cinque o sei volte in due interventi, perché evidentemente si era accorto che bastava a mettere in difficoltà il povero Sacconi, che si è guardato bene dal contestargli quanto andava blaterando di un Machiavelli quasi foscoliano che gli allor ne sfronda ed alle genti svela, roba da morir dal ridere o, peggio ancora, un Machiavelli che sosterrebbe che bisogna dire la verità, ma, ohibò, far credere che le bugie del politico siano verità, no, guai.
E' la superiorità culturale, ma anche antropologica, della sinistra. D'Alema, che fesso non è ma stronzo sì, se ne stava immobile senza battere ciglio, imperscrutabile, guardandosi bene dall'agitar la capoccia annuendo come la Bindi all'udire tutto quel sapere così ben incasinato; ma non appena Sacconi se n'è uscito con la sua cazzata, spietato, lo ha inchiodato al madornale errore. Oggi sappiamo che dovremo conoscere a memoria tutti gli studiosi di nome Villari, per poter discutere con il sig. D'Alema. Vuol dire che noi gli sbatteremo in faccia Rosario, e magari pure Pasquale.
Chiedo scusa, sono di fretta. Magari lo rivedo più tardi. Comunque se Sacconi è fesso, D'Alema stronzo.
p.s.
Sig. Train: se Sacconi è fesso. E' un periodo ipotetico: se la protasi non regge, vanifica anche l'apodosi. Sapendo che ci guata, glielo diciamo per evitarLe di correre alla polizia postale, questa volta a Civitavecchia.
| inviato da topgonzo il 15/10/2009 alle 19:14 | |
14 ottobre 2009
Lavoratori

Il sig. Brunetta è servito. I PM lavorano. Lavorano per cinque anni, notte e giorno, per stabilire se Quattrocchi era un mercenario. Poi chiedono l’archiviazione. Sospiro di sollievo del Dottor Malvone. Lui sa perché, e anche noi.
| inviato da topgonzo il 14/10/2009 alle 14:42 | |
13 ottobre 2009
Bravo! Grazie!

| inviato da topgonzo il 13/10/2009 alle 9:39 | |
11 ottobre 2009
Invito al forum: scuola di acchiappo per il sig. Train
I nostri rapporti con il sig. Train mostrano tuttora più ombre che luci. Bisogna ammettere che, dopo anni di sforzi, il nostro intento educativo continua a trovare resistenze, e questo, sebbene imputabile alla riottosità del soggetto, rappresenta un indubbio fallimento, che non ci nascondiamo. Ma la nostra volontà di operare per il bene del sig. Train rimane immutata: anzi,se possibile, più forte. Da molto tempo abbiamo individuato il problema: il sig. Train, signori, non acchiappa. Più volte gli abbiamo offerto, in spirito di grande cordialità, i nostri consigli. Ma all’origine di tutti i problemi del sig. train c’è un orgoglio decisamente sproporzionato. Il sig. Train preferisce continuare a non acchiappare, piuttosto che accettare il nostro aiuto.
Bene, signori. Dopo avere letto come il sig. Train passa le sue domeniche (rompere i coglioni a supposti amici senegalesi, con la scusa che lui possiede una damiera 10x10: sembra il ragazzino schiappa che viene fatto giocare a calcio perché porta il pallone di cuoio) abbiamo deciso di fare qualcosa per dare sollievo al sig. Train e anche, in verità, agli sfortunati senegalesi. L’idea è aprire un forum, dove si diano consigli di acchiappo al sig. Train.
Al forum sono invitati prima di tutto i componenti della ex-redazione (sì, anche lei, sig.ra supervisora, latrice dell’irrinunciabile punto di vista femminile). Possono partecipare anche gli esterni, ma solo se mossi da seria sollecitudine e desiderio di essere di aiuto. Raschieremo, pertanto, ogni commento derisorio o che metta in dubbio la serietà di questa iniziativa, la quale, sia chiaro, ha carattere umanitario.
Preghiamo i partecipanti al forum di essere costruttivi. Inutile informarci di come alle donne piacciano quelli belli, ricchi, simpatici, intelligenti, spiritosi. Utile, invece, suggerire al sig. Train comportamenti, astuzie, argomenti di conversazione. Utilissimo ragguagliarlo sulla psicologia femminile. Meno utile descrivere tecniche amatorie: il sig. Train va aiutato a arrivarci, all’alcova. Quello che succede poi sono fatti suoi e della sfor…della gentile partner.
Nota del 13 ottobre: Siamo assai compiaciuti di come si è sviluppato il dibattito nel Forum. Ci sono molti interventi concreti e moltissimi consigli sia teorici che pratici, che ci auguriamo il sig. Train voglia seguire. Coraggio sig. Train: forse, grazie a noi, lei potrà dare un po' di requie alle indefesse fidanzate.
| inviato da topgonzo il 11/10/2009 alle 22:35 | |
11 ottobre 2009
La coerenza è di casa al PD (2)
Dunque, il PD - unico baluardo di democrazia in Italia - ha importato le primarie nel nostro sistema politico. Proprio il fatto che il PD usi le primarie per scegliere il proprio segretario, mentre il PdL no, dimostra quanto il PD sia democratico ed il PdL fascista. Non solo: il PD è tanto democratico che per le primarie possono votare tutti, anche quelli non iscritti al partito.
Fatto salvo che nelle prime due primarie c'è sempre stato un unico candidato con possibilità di vincere, perché gli altri non sono stati fatti partecipare (per non parlare poi del fatto che nessuno ha controllato i conteggi dei voti e persino all'interno del PD ci sono state insinuazioni pesanti a proposito di irregolarità), tra qualche settimana si terrà l'ennesima consultazione, questa volta tra tre candidati "reali". I "finalisti", per così dire, sono stati scremati dal voto degli iscritti ai circoli, che però hanno anche fatto registrare tre percentuali: come sappiamo Bersani è sopra il 50%. Ma questi rapporti di forza tra i tre finalisti non dovrebbero contare, perché partoriti all'interno dei meccanismi di partito: i giornali ci hanno raccontato che la maggior parte dei circoli ha votato secondo i rapporti di potere interno. E' il popolo che deve decidere, ora. Giusto?
Sbagliato. Dice Massimo D'Alema al Corsera che "se invece vincesse Franceschini ci si troverebbe di fronte a «uno
scenario paradossale», essendo queste le regole, aggiunge l’ex
ministro degli Esteri, «certamente i dirigenti le rispetteranno. Gli
iscritti non so.". Tradotto: o l'esito è scontato (ma allora ci troveremo di fronte all'ennesima primaria farlocca) oppure non verrà accettato dagli iscritti. Alla faccia della democrazia.
E il dibattito interno? Come succede ad ogni starnuto, il partito si divide subito. C'è un Morando che accusa d'Alema di volere la scissione ed un Fioroni che - inopinatamente - dice una cosa ovvia, giustissima, che diremmo anche noi: «Non si possono cambiare gli elettori
perché non fanno quel che vogliamo noi». Dicono al PD che queste non sono divisioni, ma il segnale che c'è dibattito, vitalità, democrazia, niente è scontato. Giusto?
Sbagliato. E' solo una polemica di facciata. Prosegue il Corsera: "Ma Fioroni in realtà non ha
grande voglia di far polemiche con gli avversari interni. Anzi. L’ala
ex ppi del Partito democratico sembra prepararsi a un’eventuale
vittoria di Bersani e tenta di frenare Franceschini.
... Un messaggio indiretto a Bersani perché non
metta ai margini del partito gli ex popolari.".
Praticamente un'ammainabandiera.
Vorremmo far presente che alle primarie vere del Partito Democratico americano gli avversari e i rispettivi sostenitori si scannano fino a cinque minuti prima della proclamazione del vincitore. Quella sì che è una vera competizione.
PS I lettori non equivochino: non facciamo mica il tifo per Franceschini. Dei tre candidati pensiamo che siano un fesso, uno ancora più fesso ed un ritorno al passato. Semplicemente riteniamo che, chiunque vinca, il PD rimarrà esattamente quello che è ora.
Aggiornamento: Bersani ha appena detto «Bisogna riaprire il cantiere dell'Ulivo». Anche il terzo è fesso.
by Parsifal
pd
primarie
| inviato da topgonzo il 11/10/2009 alle 11:16 | |
9 ottobre 2009
Dialogo fra il sig. Devarim e un venditore di alman...insomma, il Dottor Malvone
| inviato da topgonzo il 9/10/2009 alle 22:56 | |
9 ottobre 2009
La coerenza è di casa al PD
Dunque, Berlusconi ha affermato pubblicamente che l'on. Bindi "è più bella che intelligente", cosa che ha provocato le ire dell'on. Turco:
[L'on.] Turco, capogruppo del Pd in commissione Affari sociali della Camera, ha
chiamato in causa le ministre del governo Berlusconi: «Dopo le offese
del premier e del senatore Castelli all'onorevole Bindi, è ancor più
grave il silenzio delle donne della destra. Le ministre Carfagna,
Gelmini, Meloni e Prestigiacomo insieme alle loro colleghe del Pdl e
della Lega non hanno niente da eccepire se un uomo dice a una donna di
non essere intelligente e che non gli interessa se lei ha da dire
qualcosa. Peccato che l'on. Meloni non solo ha avuto da eccepire sul comportamento del Presidente del Consiglio ("Mi dispiace per la frase. È una battuta che non avrei mai fatto"), ma ha anche fatto presente le seguenti cose:
«Francamente mi dà fastidio questa presunta solidarietà a senso unico
perché io sto ancora aspettando che una qualunque delle esponenti del
centrosinistra in una qualsiasi occasione di incontro degli ultimi due
anni con le donne della destra esprimesse un parere in merito
all'osservazione che le donne della destra hanno tutte un rapporto
orizzontale con la politica». Poi ricorda un episodio che l'ha toccata
personalmente: «E quando il grande esponente dell'intellighenzia della
sinistra italiana, Giorgio Bocca, ha definito la sottoscritta
"gallinella del potere"? Io sto ancora aspettando che una qualunque
delle esponenti del centrosinistra esprima solidarietà a qualcuna di
noi. Questo non è accaduto. Pertanto non accetto lezioni né da Livia
Turco, né da nessun altro.». Suggeriremmo all'on. Meloni di provare a indossare un burka; vedrà che la solidarietà da parte delle donne del PD arriverà nel giro di cinque minuti.
by Parsifal
| inviato da topgonzo il 9/10/2009 alle 19:7 | |
9 ottobre 2009
Appello
Sig. Train, faccia anche lei qualcosa per i bambini di Gaza!
| inviato da topgonzo il 9/10/2009 alle 16:55 | |
9 ottobre 2009
Ci contavamo.
Comprendiamo le difficoltà della commissione di Oslo a trovare, anno dopo anno, qualcuno a cui assegnare il Nobel per la pace. Comprendiamo anche che, se si aspettano i risultati, non si riuscirebbe mai a assegnarlo. Bene quindi dargli un valore di incoraggiamento, come nel caso di Obama. Ci sia concesso, tuttavia, esprimere la nostra amara delusione. Essendo dimostrato che i più pericolosi non sono i cattivi ma i fessi, la nostra candidatura avrebbe dovuto essere presa in più seria considerazione.
| inviato da topgonzo il 9/10/2009 alle 12:28 | |
8 ottobre 2009
Tromboni di ieri e di oggi
 Come si era anticipato ai nostri 2,5 lettori, siamo andati a cercare il testo dell’opusdeina Angela Pellicciari ("Risorgimento da Riscrivere") consigliato ai giovani pidiellini dal Berlusca. Tuttavia, una volta a contatto con la bibliografia dell’Autrice, confessiamo di avere deviato dal proposito iniziale, e di avere scelto per primo un altro tomo, che ci sfrucugliava di più. L’argomento è analogo (il risorgimento visto da un cattolico) ma il testo, (Risorgimento Anticattolico, ed. Piemme, 2004) è un florilegio dalle memorie e dagli articoli di tal Giacomo Margotti, prete e giornalista piemontese attivo a metà ottocento.
Come era facile prevedere, la lettura ci è risultata piacevole per ragioni opposte all’intendimento della curatrice. Toccare con mano il trattamento riservato ai preti da padri della patria come Cavour, Ricasoli, Farini, oltre che da una folta schiera di zelanti funzionari, ci ha provocato soddisfazioni e nostalgie. Molto ci piacque anche il linguaggio burocratico ma incisivo di parecchie circolari ministeriali e prefettizie, dove con professionale cortesia, a volte non scevra da asciutta ironia, si strizzavano le palle di prelati e priori. Per esempio, preannunciando al Padre Priore l’esproprio e sgombero forzoso di un convento di frati, così si esprime l’Intendente Regio di Susa:
(…)Preciso ed imprescindibile essendo un tale ordine, il sottoscritto è in dovere di farlo eseguire; e poiché riuscirono vane le persuasioni usate per mezzo di rispettabile persona a lei spedita, onde risolverla ad uscire spontaneamente; vedesi, chi scrive, costretto con suo rincrescimento ad usare di tutti i mezzi legittimi, e quindi anche della forza, se ne fosse il caso, per ottenere l'intento. Fermo nel proposito di adempiere il proprio dovere, ma pur volendo usare colla S.V Ill.ma, e suoi Compagni, i riguardi col medesimo compatibili, pregasi chi scrive di far conoscere alla S.V. Ill.ma e RR. suoi Compagni, queste definitive, estreme, inevitabili risoluzioni, onde evitar loro ogni sgradevole sorpresa all'arrivo costì degli agenti di pubblica sicurezza, incaricati di accompagnarla coi reverendi suoi Compagni nel convento di Savigliano.
Dopodichè, li cacciarono a pedate nel culo. Non è un bijou? Ma dobbiamo riconoscere che anche la prosa di don Margotti, polemista, è di ottima scuola, e anch’essa godibile. Certo, un polemista ottocentesco, e per di più prete, con quel tanto di ampollosità e di arcaismi che è logico aspettarsi. E’ un linguaggio che echeggiava ancora in certi discorsi uditi nella nostra infanzia: nei bar, negli scompartimenti dei treni, a volte anche a casa nostra, ad opera di tromboneschi conoscenti sulla via della senescenza. E qui, per darne un esempio, non ricorreremo a un passo del Reverendo Margotti datato 1863, ma, con uguali effetti, a un fresco brano del nostro Topo Gonzo, datato 2009:
Il fatto è ormai che la realtà non si limita più, come risaputo, a superare la satira, no. Ora vola ben oltre anche al più disarmante ed amaro dei sarcasmi. E' dunque oggi ridotto a questo il livello culturale della nostra povera Italietta, a consentire al primo maialastro leccaculo di spacciare una simile iperbole, che un tempo non troppo remoto anche i bambini sapevano oltraggiosa dell'intelligenza e della giustizia, per argomento da proporsi alla Consulta.
Certo, c’è qualche parolaccia che don Margotti non avrebbe usato. Ma lo stile, credete, è proprio uguale.
| inviato da topgonzo il 8/10/2009 alle 17:46 | |
8 ottobre 2009
Perplessità
 Ha riscosso successo il brano musicale usato dal Dottor Malvone per commentare la pronuncia della Corte Costituzionale. Si tratta dell’ottava parte del Magnificat di J.S. Bach, sulle parole “Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles".
Un lettore ha scritto a Malvone un sobrio messaggio di elogio: “
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ecco, Dottore: lei che, a differenza di alcuni suoi estimatori, è intelligente, ha capito perché siamo perplessi.
| inviato da topgonzo il 8/10/2009 alle 10:26 | |
7 ottobre 2009
LODO ALFANO: DISPARATE
le reazioni alla sua bocciatura da parte della corte delle corti. Particolarmente interessanti appaiono quelle di alcune private cittadine, forse colpite da questo frangente decisivo per le sorti della democrazia.
Qui sopra: indignata (con chi?) una escort lascia la villa in provincia dell’Asinara.
In alto a destra, appena raggiunta dalla notizia della bocciatura del lodo, la direttrice delle badanti di redazione. Olimpica.
| inviato da topgonzo il 7/10/2009 alle 20:57 | |
7 ottobre 2009
TRENT’ANNI FA (en attendant...)
più o meno, Il Male uscì con una di quelle sue formidabili imitazioni dei maggiori quotidiani nazionali. Niente di paragonabile, quel giorno, a quello in cui diede la notizia, come Corriere della Sera, dell’avvenuto contatto, a Torriglia in provincia di Genova, con gli alieni sbarcati da un UFO calatosi, alle prime luci dell’alba (o alle ultime luci del giorno... ma è importante?) , al limitare di un bosco. Una cara ma un po’ invasata collega, oggi buonanima e rimpianta, di quelle che passarono gli ultimi decenni della loro vita a muovere sul mappamondo il paradiso in terra, prima dalla Russia alla Cina, poi dalla Cina al Vietnam, poi, con ampio salto, fino all'Albania, quella di Hoxha, dove s’era appuntata la sua attenzione in quel momento (non a Cuba: già circolavano voci più o meno fondate su una certa scostumatezza, per la morale comunista, delle popolane indigene); una cara anche se un po’ invasata collega, dicevamo, per circa un quarto d’ora circolò per la scuola fermando tutti al grido di “sensazionale, un fatto epocale, sono arrivati gli alieni!” convinta com’era –oh buona donna, quanto ti invidiamo ancora oggi l’inguaribile ottimismo- che non potessero non essere migliori di qualsiasi essere umano: non solo e non tanto di quelli che vivevano sotto il giogo del capitalismo, ché la cosa era scontata, quanto di quelli traditi dal comunismo reale. Qual paradiso migliore di quello portato a domicilio da entità sicuramente più buone, e più sagge, degli esseri umani? Ma non di questo volevamo parlare. Si tratta invece di altra più spregiudicata e lungimirante imitazione di non importa qual quotidiano, nella quale si dava la notizia del crollo del palazzo in cui le due camere riunite stavano discutendo di non ricordo quale emergenza, forse roba di Brigate Rosse. Tutto, come al solito, poteva sembrare plausibile e ingannare chi guardasse il giornale, appositamente squadernato in bella vista sull’autobus, da una certa distanza; ma chi avesse letto la didascalia di una delle foto, tratta da una qualche recente calamità naturale, avrebbe potuto leggervi, in caratteri per nulla cubitali, “la popolazione accorre ad assestare il colpo di grazia ai pochi sopravvissuti”. Non avevano mica visto male, quelli de Il Male. Oggi, per esempio, in attesa che si pronunci la corte delle corti sul lodo Alfano, si distinguono i sigg. bossi (porteremo in piazza il popolo, i vecchi galli: e non si tratta certo di quelli che a turno s'ingroppano topogonzo tutte le sere quando chiude il pollaio), dipietro (che promette un plebiscito che spazzerà via il “tumore”) e anche, per non essere da meno, visto che non basta più prendere il treno, il franceschino, che, per distinguersi dai toni pacati (che non significa più onesti) di Bersani e Casini, dichiara che la sentenza della corte dovrà essere rispettata perché non potrà che rendere giustizia di questa offesa alla democrazia. Bene. Premesso che non ce ne può fregare di meno, dei guai in cui andrà a cacciarsi il paese comunque decida la corte, vogliamo solo dire che a questo siamo arrivati, seguendo la strada dell’abolizione dell’immunità parlamentare. Tutto perché il PCI doveva mettersi là dove già stava Craxi, il MSI legittimarsi a furor popolo e perché la Lega Nord guadagnasse ancora qualche voto, visto che non erano bastati quelli del 1987. Comunque decidano oggi i sigg. della corte tra le corti, sarà un casino*, complicato dal fatto che nessun topogonzo, né di destra né di sinistra, accetterebbe la sentenza in prospettiva meno dannosa per il paese e la sua democrazia: fingendo per un attimo che i magistrati non solo non facciano politica (hanno cominciato dai tempi di Socrate, o racchio sfigato di un sig. Train: non siamo berlusconiani, abbiano un retroterra culturale diverso, o ignobile idiota!) ma addirittura abbiano la sfera di cristallo e siano decisi a usarla per il migliore degli scopi, che a volte, ma non sempre, è anche il più giusto. *In alternativa, la rassegnazione. Ma ce lo vedete voi un topogonzo rassegnato? Davanti a un imam che mette il burka non solo a quelle due fetenti 'e guaglione che intrattennero con lui commerci platonici -e nulla più- ma al topo stesso, forse sì, anzi, di sicuro... e tuttavia è questa un'ipotesi che ci spingerebbe a guardare con meno sospetto qualsiasi imam che intendesse costringervi anche il sig. Train. Il sig. Train che gioca al nobil juoco insaccato nel burqa: ci pensate, colleghi e lettori, che beneficio per l'umanità?
| inviato da topgonzo il 7/10/2009 alle 14:45 | |
6 ottobre 2009
"Il PD è un partito laico."
La lega propone di vietare il burqa per legge; il PD si oppone perché la legge colpirebbe le donne musulmane. Donatella Ferranti, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera, così si esprime: "L'unico effetto dell'entrata in vigore di questa legge sarebbe quello di segregare in casa le donne islamiche. È una legge cattiva contro gli immigrati, ma soprattutto è una legge razzista e soprattutto una legge contro le donne".
Ma proprio oggi, Mohammed Said Tantawi, il Grande Iman dell'università islamica di Al Azhar (Egitto), la più grande autorità religiosa sunnita al mondo, condanna il niqab, bollandolo come "usanza tribale" e negando che sia un precetto religioso dell'Islam; inoltre annuncia che verrà ufficialmente bandito dall'ateneo. Dice il Grande Iman: "Il niqab è un'usanza tribale che non ha niente a che vedere con l'islam"; rivolgendosi ad una studentessa perplessa che rivendicava le pratiche religiose familiari, ha aggiunto: "Io mi intendo di religione molto di più di te e dei tuoi genitori".
Mohammed Said Tantawi è stato attaccato dai fondamentalisti islamici egiziani perché il suo provvedimento colpirebbe le donne musulmane. Il Grande Iman sarà leghista? Sarà razzista? Sarà contro le donne? Si intenderà di religione islamica meno dell'onorevole Ferranti e del resto della pattuglia piddina?
Per quanto ci riguarda, se ne deduce che il PD rappresenta gli interessi in Italia dei fondamentalisti islamici; oppure è fatto di fessi senza speranza, oltretutto con la faccia tosta di dichiararsi "laici". Fate voi.
by Parsifal
pd
integrazione
islam
velo
burqa
| inviato da topgonzo il 6/10/2009 alle 17:36 | |
6 ottobre 2009
MESSINA
 L'occhio vigile del sig. Train già volge lo sguardo, dall'Asinara, al ponte sullo stretto.
Non sappiamo o se sia vero quanto abbiamo avuto modo di leggere a proposito delle abitazioni (tutte o quasi) crollate l'altro giorno a Messina, non ricordo in quale zona della città. Vi si dice che quei terreni non erano edificabili, ma che è stato comunque trovato il modo di concedere una licenza edilizia, fiume o non fiume. Costruite poi le case, non è invece stata concessa l'abitabilità.
Dunque, se le cose stessero così, sarebbe stato fatto salire surrettiziamente il valore dei terreni, e i loro proprietari non ne sarebbero certo stati danneggiati; qualche pubblico ufficiale avrebbe avuto una qualche ricompensa per la concessione della licenza; un po' di gente avrebbe trovato lavoro, dall'impresario al manovale, in uno dei settori più sani e puri della nostra economia; infine, i compratori delle abitazioni, avrebbero alimentato per la loro parte questo recupero di terreni edificabili in cambio della non concessione dell'abitabilità, che, si dice, se uno se ne frega e ci va ad abitare lo stesso, comporta qualche vantaggio sulla lunga durata. Abbiamo usato il condizionale, perché potrebbero essere informazioni maligne da fonte maligna... anche se è da quella terra che ci è stata impartita la lezione per cui il sospetto è l'anticamera della verità. Noi tuttavia, dal momento che abbiamo amici indigeni* di Fiumefreddo, taceremo le nostre fonti.
*Ci perdoni il sig. Train che ritiene questo vocabolo razzista. Non ce ne voglia la sua sensibilità. Gli possiamo assicurare che il termine significa soltanto "nativo", o "originario", o, se crede, addirittura "autoctono". Confidiamo inoltre che il sig. Train voglia andare a fondo a questa faccenda, senza accontentarsi delle cosiddette verità che fornirà il regime oggi vigente nella nostra bella Italia...
| inviato da topgonzo il 6/10/2009 alle 14:42 | |
6 ottobre 2009
In morte di Gino Giugni
 Signor direttore - Ma perché sul pacchetto delle mie sigarette dev’esserci scritto un minaccioso “nuoce gravemente alla salute” e sulla copertina dello statuto dei lavoratori continua a mancare un onesto “chi tocca muore”? Luigi Castaldi, Napoli Il Foglio, 21.3.2002
| inviato da topgonzo il 6/10/2009 alle 11:13 | |
6 ottobre 2009
Il mettipalla
(Ripubblichiamo, a ragione dell'attualità)
 Al direttore - Premetto, è un mio limite: non riesco a considerare Ezio Mauro direttore di Repubblica. Così spesso ne evito la lettura, considerandola superflua e preferendo di quel giornale lo spasso sopraffino di altre penne talvolta davvero esilaranti. Grazie, perciò, di averne riportato l’editoriale del 1° maggio sull’edizione antologica del Foglio di lunedì 5. Lì leggo che in quest’ultima ventina d’anni la Repubblica avrebbe rappresentato, e tuttora rappresenterebbe, “un’idea diversa dell’Italia, un’idea non riducibile al berlusconismo”. Divertente, davvero divertente! De Mita, Segni, Di Pietro, Occhetto, Prodi, Rutelli Cofferati: quante cazzate è stata capace d’inventarsi quest’idea diversa dell’Italia, per non avere l’onestà di dirsi ‘debenedettismo’. Luigi Castaldi, Napoli - Il Foglio, 6 maggio 2003
Tirata di briglie del Capitano:
Forse con Mauro lei è troppo severo. Ha idee e le scrive, ed è un eccellente professionista. Meglio leggerlo, sperando che la pianti di tirarsela da vestale del lettore ignaro dell’editore.
I precedenti exploits del Mettipalla si possono leggere e gustare nell'omonima rubrica, qui a destra.
| inviato da topgonzo il 6/10/2009 alle 10:28 | |
4 ottobre 2009
Firmate anche per lui (pare sia un regista)
Un uomo di 56 anni è stato arrestato a Carpenedolo (Brescia) perché è stato sorpreso seminudo in un'auto con 4 bambine, di età tra i 5 e i 12 anni. Le ragazzine, due coppie di sorelle, sarebbero state adescate nei pressi di un centro commerciale. Quando sono state soccorse erano in lacrime. L'uomo era nudo dalla cintola in giù. E' stato arrestato per sequestro di minorenni, atti osceni in luogo pubblico atti sessuali con minorenni. In casa aveva materiale pedopornografico.
| inviato da topgonzo il 4/10/2009 alle 12:22 | |
2 ottobre 2009
Coerenze
Napolitano firmerà lo scudo fiscale, perché "non è amnistia". Adesso sappiamo perché lo scudo non piace al Dottor Malvone.
| inviato da topgonzo il 2/10/2009 alle 20:32 | |
2 ottobre 2009
Ma non ci dire, Mario
L'Adipolfo, tutto serio e cogitabondo: "Secondo me il premier sa bene che le giovani e piacenti donne che vanno a letto con lui sono tutte sostanzialmente un po' puttane". Sostanzialmente. Un po'. E dicci, Adipolfo. Secondo te, Franceschino le perde le primarie? Sostanzialmente? Un po'?
| inviato da topgonzo il 2/10/2009 alle 14:53 | |
1 ottobre 2009
Il Topo liberale e «la bouche de la loi» 2
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Spett.le Redazione,
Sono la segretaria di teddy. Purtroppo il Capo è ancora ostaggio della suina e così ha chiesto all’Ufficio Legale un parere che mi ha incaricato di inviarVi per la pubblicazione. Come ha detto lui, serve per assestare un paio di "ceffoni" ad un certo Sig. Topo.
Grazie e cordiali saluti.
Debora Cochette
Pro-memoria per il Sig. DG
Oggetto: l’interpretazione giudiziale della legge.
Si omette, per ovvie ragioni, ogni riferimento all’interpretazione dottrinale (dei giuristi) ed autentica (del legislatore), e si concentra l’attenzione sull’interpretazione del giudice nel momento dell’applicazione della norma (interpretazione giudiziale).
Intanto, qualche appunto sulla pubblicazione che ci è stata sottoposta. Quel diritto/onere è pura invenzione di fantasia. Parlare di diritto per un organo dello stato di diritto, è come parlare di battesimo per il Papa. Il termine onere (che riferito al giudice assume ben altro significato) poteva essere sostituito con compito o, in senso lato, dovere, giuridicamente più appropriati.
Venendo alla fattispecie in discussione, che è contravvenzione e non delitto (si esaurisce con il pagamento di una somma e l’espulsione per un periodo di tempo stabilito), va considerato che trattasi pur sempre di reato penale.
Pertanto, nell’attività di interpretazione giudiziale occorre partire dalla riserva (art. 25 comma 2 della Costituzione) che impone implicitamente la fedeltà del giudice alla legge: la lettera della legge segna per il giudice un limite insuperabile, con la conseguenza, in particolare, che questi non potrà mai applicare per analogia norme penali.
Dunque, per interpretare una legge penale, il giudice deve procedere ad una sua
a)- Interpretazione conforme al significato letterale, ovvero: individuare quali siano i possibili significati letterali, individuare il senso della norma facendo leva sul significato lessicale dei termini utilizzati nella formula legislativa, che secondo il dettato dell’Art. 12 delle Preleggi (disposizioni sulla legge in generale) si traduce nel “significato proprio delle parole, secondo la connessione di esse”.
Nell’ipotesi in cui essa dia esiti insoddisfacenti, in quanto non risulta ancora in modo univoco quale sia il significato da attribuire ad un termine all’interno della legge penale e solo allora - ma non sembra questo il caso delle norme in discussione - il giudice ricorre ad un’ulteriore attività d’interpretazione, con uno o più dei seguenti criteri, che cito solo ai fini di fornire un quadro sintetico, seppur non esaustivo, delle diverse possibilità.
b)- Interpretazione logica, ovvero, quando il senso letterale delle parole non è preciso e da luogo a dubbi interpretativi, l'interpretazione letterale deve essere integrata dall’interpretazione logica che, secondo il solito Art.12 delle Preleggi, deve prendere in considerazione l’intenzione del legislatore.
c)- Interpretazione sistematica, consistente nel cogliere le connessioni concettuali esistenti tra la norma da applicare e le restanti norme presenti sia nel sistema penale, sia negli altri settori dell’ordinamento giuridico.
d)- Interpretazione teleologica, che da un peso prevalente allo scopo (telos) per il quale la norma è stata emanata.
e)- Interpretazione a fortiori (a maggior ragione) che impone di chiarire i dubbi interpretativi sollevati da una norma alla luce di un’altra norma di portata più ampia.
f)- Interpretazione storica (che origina sempre dall’Art. 12 delle Preleggi) consistente nella ricostruzione della volontà espressa dal legislatore al momento dell’emanazione della norma
g)- Interpretazione conforme alla Costituzione, che impone di interpretare la legge in conformità alle norme e ai principi costituzionali.
h)- Interpretazione conforme alla normativa europea, nel senso che deve scegliere, tra i possibili significati letterali della legge italiana, quello rispondente alle pretese del diritto dell’Unione europea, ciò solo nella particolare ipotesi in cui una legge penale italiana dia attuazione ad una norma dell’Unione Europea.
E via interpretando.
Va aggiunto, inoltre che l’interpretazione, qualora necessaria, è prerogativa del singolo magistrato e, per quanto costituisca giurisprudenza, non costituisce ipso facto precedente richiamabile, ma resta circoscritta esclusivamente alla sentenza che ha determinato. Ciò in virtù del nostro sistema fondato sul civil law e contrariamente a quanto accade nei sistemi a common law.
Dunque, secondo il nostro diritto, le seghe mentali di un giudice non possono essere utilizzate, in quanto tali, da un altro. E questo la dice lunga sulla lentezza della nostra giustizia. Ogni giudice ha diritto alle sue seghe.
Dunque, il quadro esposto è assolutamente parziale e non esaustivo, atteso che illustri giuristi sono arrivati ad identificare fino a 144 diverse possibilità di interpretare la legge. Che cosa non si fa per gli amici!
Daltro canto, se così non fosse, non saremmo quel popolo di Azzeccagarbugli e Pagliette che siamo.
In ogni caso, nell’attività di interpretazione, nessuno spazio ha il principio di autorità (l’argumentum ab auctoritate): le opinioni dominanti in giurisprudenza e/o in dottrina non possono scalfire la soggezione del giudice alla sola legge. Interpretando praeter o contra legem – andando oltre o contro i possibili significati letterali della norma – la giurisprudenza fa le veci del legislatore, infrangendo il vincolo normativo di soggezione alla legge impostole dalla Costituzione.Ciò vale, in particolare, per i nemici.
A disposizione per quant’altro etc.etc.
XXXX lì, 30 settembre 2009
L’Ufficio Legale
p.s. il fascicolo Train lo teniamo ancora in evidenza o lo archiviamo?
| inviato da topgonzo il 1/10/2009 alle 23:20 | |
1 ottobre 2009
Malvone, Private Banker
 Quando l’onnisciente Dottor Malvone si occupa di economia, riteniamo dia il meglio di sé. Ecco i suoi recenti consigli agli investitori: Vedremo quanto denaro farà rientrare in Italia lo “scudo fiscale”. Intanto non mi è chiaro perché dovrebbe rientrare in Italia proprio adesso: che garanzie di investimento offre un paese che è costretto a far cassa con questi espedienti? Non è meglio investire (in immobili) in paesi che abbiano tassi di crescita dieci volte maggiori? Facciamo umilmente notare al Dott. Malvone quanto segue:
- Poiché oggi come oggi l’Italia ha un tasso di crescita negativo, non esistono paesi con tassi di crescita che siano un multiplo di quello italiano. Nel caso dovessimo, convenzionalmente, attribuire all’Italia un tasso zero, qualunque paese non in recessione avrebbe un tasso di crescita infinitamente superiore a quello italiano.
- Gli investimenti immobiliari non sono l’unico investimento possibile
- Si suole pensare che gli investitori avveduti dovrebbero investire quando i prezzi sono bassi, non viceversa
- Per ragioni che sarebbe lungo spiegare al Dottore, gli investimenti, immobiliari e non, in paesi ad alto tasso di crescita (per esempio, la Cina: +8%) sono generalmente considerati rischiosi. Tralasciando una lunga disquisizione, chiediamo al Dottore: venderebbe un appartamento a Posillipo per comprarsi un quartierino a Shanghai?
- (forse bastava questa): una volta rientrati e regolarizzati, i capitali possono benissimo essere reinvestiti all’estero, ivi incluso quell’appartamento a Shanghai che tanto sembra attirare il Dottore.
In conclusione, Dottore: perché non torna a ragguagliarci sulla RU 486?
| inviato da topgonzo il 1/10/2009 alle 14:30 | |
28 settembre 2009
Il Topo liberale e «la bouche de la loi»
E’ noto, un dogma diremmo: il Topo ricorda con nostalgia il Candido di Pisanò, ma è liberale. Liberale abbiamo scritto, non liberista, come ebbe a sentenziare più volte nel glorioso forum del Riformista, distribuendo violente guanciate sulle nocche a chiunque sostenesse che i due termini hanno il medesimo significato.
Pensate: il Topo è talmente liberi….pardon, liberale, che considera la tassa di successione come un simulacro della società liberist….pardon, liberale. Ragion per cui, quando nel 2001 (governo Berlusconi) la tassa fu abolita, il Topo entrò nel baratro dell’isteria bulimica e ne uscì soltanto nel 2006, quando Dracula Visco la reintrodusse insieme al raddoppio della tassa di proprietà per i poveri cristi che non potevano comprarsi il SUV Euro4.
Questa premessa, solo per chiarire quanto profonda e radicata sia la fede liberist….pardon, liberale, del nostro Topo, per meglio interpretare ciò che segue.
Dunque, pochi giorni or sono il Ministro Maroni, rilevando che le nuove norme sull’immigrazione clandestina restano, in molti casi, disattese, dichiarava: «La legge sulla clandestinità è chiara, la capisce anche un bambino di sei anni. Non possiamo accettare che i magistrati la interpretino in un modo o in un altro.», raccogliendo dal PTB (partito tribunali e procure) i soliti sganassoni: «Liberi di tradurre le leggi secondo Costituzione» accompagnati da ginocchiate alle palle del PD (il nostro vecchio, caro, partito democratico, ora partito dementi): «Rispetti l'autonomia».
Secondo Voi, poteva il Topo liberi….pardon, liberale, perdere un’occasione così ghiotta per illuminare Maroni sulla verità ontologica delle sue asserzioni e liberarlo, così, dal «giogo della caverna»? Avete gridato all’unisono “NO!!!!”? Bene, avete ormai una totale padronanza dell’archetipo Topo.
Dunque, qualche giorno dopo, sul suo deserto blog, tra torchi e barrique, il Topo così bacchettava il Sig. Ministro.
No, ministro, lei sbanda e anche di tanto: interpretare la legge è un diritto/onere della Magistratura, in base ad un principio che lei ignora quanto aborre anche solo comprendere. Trattasi in effetti di quella quisquilia denominata principio della separazione dei poteri. Un aiutino in materia può trovarlo QUI, donde estraggo il seguente eloquente e singificativo passo.
<<Il noto broccardo latino in claris non fit interpretatio è ingannevole, per non dire addirittura ipocrita. Infatti, l'attribuzione della "chiarezza" ad un testo è in realtà un postulato interpretativo, su cui si costruisce la conseguenza di legge: ma la vera chiarezza è sempre quella che risulta dall'interpretazione, sia pure rapida ed intuitiva, e non è mai quella che la precede. Anche l'antico principio, risalente all'epoca dell'illuminismo, che il giudice sia semplicemente la bouche de la loi, di cui ripete le parole senza alterarle, riflette una precisa ideologia del potere politico del sovrano, in quanto esso è un criterio inteso a limitare il potere giudiziario nel momento interpretativo.>> Tommaso E. Frosini.
Si impone a questo punto, la domandina di rito. Secondo Voi, la definizione della magistratura come la bouche de la loi (bocca della legge), ovvero come espressione non di potere delegato ad interpretare, ma di ordine tenuto all’applicazione di ciò che ha deliberato l’unico potere riconosciuto, che è quello legislativo – come si addice ad ogni stato liberist…pardon, liberale che si rispetti - chi poteva averla coniata? Tommaso E.Frosini? No! E chi allora? Ma il (*)conte di Montesquieu, of course, padre, insieme a Locke, della concezione della giustizia nello stato liberist…..pardon, liberale.
A questo punto, abbiamo considerato seriamente che la nostalgia del Topo nel ricordare il Candido di Pisanò, sia simile a quella che deve provare Di Pietro, al ricordo della sua esperienza di Magistrato: «Com’era bello fare il Procuratore: la legge era cosa mia, la potevo interpretare per gli amici e applicare per i nemici. Eh! se non era pei rimborzi elettorali, quella toga non me la sarebbe mai sfilata. E vi facevo vedere io se a Berlusconi, lo sfasciavo o non lo sfasciavo.» redattor teddy, a letto con la suina
Nell'illustrazione: Montesquieu guarda con commiserazione il Topo liberis...pardon, liberale
(*)Il Topo che, notoriamente, ebbe intime
frequentazioni con Montesquieu fin dalla scuola materna, ci fa rilevare che era
barone di e non conte. Volentieri rettifichiamo e ci scusiamo per l’errore,
dovuto ad un refuso tipografico del Bignami su cui leggemmo, a suo tempo, il
sunto de “Lo spirito delle leggi”. Il Topo, invece, Montesquieu lo ha
letto tutto e in originale. E ricorda bene che era illuminista. E barone.
| inviato da topgonzo il 28/9/2009 alle 16:16 | |
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